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L'inattività fisica, la sua diretta conseguenza: sedentarietà


Gli ultimi 50 anni hanno visto cambiamenti importanti negli ambienti e negli stili di vita della popolazione mondiale, sia nell’ambito occupazionale come in quello ricreativo, con una crescente automatizzazione dei gesti.



Questo ha comportato un rapido declino nello sforzo muscolare, che è stato solo in parte compensato da un aumento nella pratica di attività motorie e sportive in determinate fasce della popolazione.



I comportamenti sedentari (guardare la televisione, leggere, usare lo smartphone o il tablet per più ore al giorno) sono comunemente adottati da tutte le fasce della popolazione per durate considerevoli nella giornata.


L’OMS stima che il 31% della popolazione adulta spenda 4 o più ore della giornata in attività sedentarie; tale prevalenza è in crescita con età, reddito, urbanizzazione.




L’attività fisica si riduce nel passaggio all’età adolescenziale, determinando una tendenza verso lo sviluppo di malattie croniche o verso condizioni psicosociali svantaggiate. In Italia gli stili di vita meno salutari sono propri delle famiglie più giovani, che mostrano livelli di esercizio fisico insufficienti. Una carenza perdurante di attività fisica (inattività fisica) provoca debolezza e degenerazione nelle strutture fisiche e aberrazioni nel metabolismo (sindrome da disuso) che possono portare a deficienze funzionali o malattie.


All’inattività fisica sarebbe attribuibile, secondo studi recenti, una frazione di rischio pari al 16% di tutte le morti; cioè una quota maggiore rispetto a quella attribuita a obesità (3%), fumo (9%), ipercolesterolemia (5%), diabete (5%).


Non aspettare a prenderti cura del tuo corpo, il momento giusto è ora.

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